Come si fa a (non) morire.

Sto studiando come si diventa vecchi. Ho un parco di studio che è l’ospizio, posto dove si dà per sempre ospitalità. Nell’entrare sembra un dormitorio di catalettici. Poi, guardando bene, vedi che, minuscola, piccola piccola, esile come un filo da pesca, c’è ancora la vita. Il cuore batticchia ancora, ma non è giusto come il nostro. Molti non vincerebbero la maratona di N.Y. Di alcuni diresti che non arrivano alla fine del mese, di altri, litigiosi come dannati da sembrare eterni,  si schiantano durante il sonno come quando il macellaio con un colpo di pesta-carne d’acciaio appiattisce una scaloppa. Ma come, non era quella che gridava sempre? Ora è lì schiacciata in un letto. Quasi tutte donne. Quasi tutte emiplegiche, da sedute...

Cosa ho visto nelle donne di oggi.

Cosa ho visto nelle donne di oggi.

Guardo la gente con una curiosità morbosa. Le mie figlie sono incaricate a ricordarmi di non fissare le persone che passano, di distogliere lo sguardo. In un centro commerciale potrei sapervi dire se quello che vedo sono famiglie felici oppure no, potrei dirvi se quel bambino è spaventato dalla vita, potrei dirvi chi comanda in casa, saprei raccontarvi del problema grande dell’adolescente, della mamma urlante e innocua, del padre fantasma, della nonna ricattatrice… Non solo, potrei ricostruire tutta la loro giornata, so cosa hanno fatto, cosa pensano e cosa vogliono. So tutto delle persone che frequento e quello che non so lo integro con la mia conoscenza del genere umano. La mia conoscenza del genere umano è stata formata da tre fonti: 1. una, la...

Le mie scelte politiche

Le mie scelte politiche

Da giovane ero comunista. Compravo libri di Mao o di Marx. Mio padre me li strappava e mi diceva: “E’ giusto essere comunisti da giovani, poi, se sei sveglia, ti passerà”, infatti mi è passata. Ma allora ero comunista e pensavo che Gide avesse ragione quando scrisse: “Famiglie, vi odio!”. Perché mio padre mi obbligava ad andare con lui dai parenti. Andavamo dalle zie sgranatrici di rosari, dalla prozia incartapecorita, due metri di giraffa, dalla nonnetta brontolona, dalla sorella della zia della nipote del marito della nonna. Parlavano dei reumatismi, del prete giovane e delle opere pie, oltre che dei morti. Io stavo in un angolo, misantropia a mille, incagnata. Ad un certo punto quando la prozia giovane di settanta almanacchi...

La solitudine dei numeri primi.

    E’ paradossale, lo so: coloro che si sentono soli molto spesso hanno tanti amici*. Non solo, se in piena crisi deppressoria perché ci si sente soli, ci si azzarda a vedere qualche amico, il malessere diventa disumano. Ci si arrabbia con se stessi perché si è ceduto a incontrare gente. Tutto si gioca sul fattore intelligenza e stupidità. Le persone intelligenti si sentono sole. Si sentono sole perché lo sono. Lo sono perché preferiscono stare da sole che uscire con uno stupido. Ma gli stupidi sono la maggioranza. Analizziamo gli stupidi che sono la maggioranza. Sembrano normali. Fanno tutte le cose che fanno gli altri. Anzi in certe situazioni particolarmente felici sembrano dotati di una qualche qualità. In realtà sono micidiali: non...

OMOSESSUALITA’: figli sì o figli no?

OMOSESSUALITA’ DARE I FIGLI O NO? UNA RISPOSTA ORIGINALE     Vi dirò cosa fare, cosa pensare, cosa votare, cosa dire sull’omosessualità, sprecando un briciolo della mia folle maturità. C’era un buon uomo, il signor Aristotele che diceva che la natura vince sempre. Alla natura non interessano le teorie, i principi, né la bontà. La natura vuole solo procreare se stessa. Fine. E’ stato Paolo che ha dato un sacco di aggettivi belli alla natura, tra cui quello della bontà (essendo creata da Dio) invece, mi dispiace per lui e Leopardi, la natura non è buona, neanche cattiva, ma se proprio debbo scegliere tra questi due aggettivi sceglierei … feroce! Ritornando all’ottimo Aristotele, ha detto: perché, perché, perché c’è questo...

IN-segnare

Sul DIFFICILE LAVORO di SEDURRE   Critica agli insegnanti di oggi   Poveri Prof Hanno amato invano. Poi hanno pianto. Infine hanno smesso e sono diventati miei maestri. Mi hanno lasciato nel bosco perchè non sapevano come avere cura dei miei pensieri. […] Prendi questo valzer prendi questo valzer prendi questo valzer con la mascella serrata […] GARCIA LORCA Non ho incontrato mai un buon docente. Ed è come se un uomo adulto dica: non ho avuto una buona madre. E’ un brutto mestiere insegnare, se non piace. E spesso non piace: il furore eroico dell’idealismo si scarica subito, come un fulmine su un campanile. Eppure ci saziamo solo con la cultura. La cultura è ciò che rimane della scuola, è tutto ciò che non c’è su...

Rabbia Rabbiosa

LA RABBIA COME AMORE AMARE CON RABBIA RABBIOSO AMORE E se la rabbia fosse l’energia eccessiva dell’amore? I problemi non si risolvono, si affrontano. (Ma fate tutti piano che potreste fargli male.) Un’emozione è solo una reazione fisica al pensiero. (Ecco il golfino perché tu non prenda freddo.) Si è responsabili di ciò che si prova. (Posso accompagnarti per un pezzo di strada?) Io no grazie, non voglio che tu mi guarisca, ma che tu mi ami. (Sopravviverò a tutti quelli della mia età. Intanto ti aiuto a scendere le scale.) Sono frasi mie. Le riconoscerei in mezzo a un discorso, come una gatta i suoi cuccioli. Sono i piatti dove mangio tutti i giorni. Mascagni “La cavalleria rusticana”: “Se muoio me ne vado in paradiso se non...

LETTERA A UNA SUORA DI CLAUSURA

Grazia, ricordi? Solo una trentina d’anni fa tu eri in una cattedra e io in un banco. Ma ci frequentavamo anche fuori: tu avevi una 500 Fiat L tutta scassata e io non ancora la patente. Facevamo le Zette di Salò ai cento all’ora. Fumavi, anche in aula, vicino alla finestra. Avevi orecchini a cerchio, scialli e gonne lunghe un po’ veteroqualcosa. Mi davi sempre voti alti, gli unici belli, perché scrivevo bene. Sapevi benissimo che se tu fossi morta, mi sarei sparata un colpo di pistola sulla tua tomba, come il generale Boulager. Non potevo concepire la vita senza di te. Infatti mi hai usato la delicatezza di entrare in un monastero di suore di clausure, senza avvisi, né preavvisi. Ti ho cercato un pomeriggio d’estate, appena dopo la maturità e a scuola...

Presentazione di me

“La sua mente, il suo intelletto, è un miracolo, una delle meraviglie di questo mondo, come del resto constaterete voi stesso. Ma Nietzsche, per usare una delle sue frasi preferite, è solo umano, troppo umano, quindi ha i suoi punti deboli.” Lou Salomé si tolse la stola di pelliccia […] “Nietzsche è straordinariamente sensibile alle questioni di potenza. Quindi si rifiuterebbe di impegnarsi in un procedimento che percepisca tale da sottomettere la sua potenza a un’altra. Nella sua filosofia è attratto dai greci presocratici e in particolare dal loro concetto di agon – l’idea che le doti naturali si possano unicamente sviluppare attraverso la lotta – e nutre una sfiducia totale nelle motivazioni di chi si astiene dalla lotta...

 

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