Le mie scelte politiche

Le mie scelte politiche

D

a giovane ero comunista. Compravo libri di Mao o di Marx. Mio padre me li strappava e mi diceva: “E’ giusto essere comunisti da giovani, poi, se sei sveglia, ti passerà”, infatti mi è passata.

Ma allora ero comunista e pensavo che Gide avesse ragione quando scrisse: “Famiglie, vi odio!”. Perché mio padre mi obbligava ad andare con lui dai parenti. Andavamo dalle zie sgranatrici di rosari, dalla prozia incartapecorita, due metri di giraffa, dalla nonnetta brontolona, dalla sorella della zia della nipote del marito della nonna. Parlavano dei reumatismi, del prete giovane e delle opere pie, oltre che dei morti. Io stavo in un angolo, misantropia a mille, incagnata.

Ad un certo punto quando la prozia giovane di settanta almanacchi raccontava che il bigodino della messa in piega lo bagnava nell’uovo per farsela durare,  mio padre esordiva: “Sapete che la Samuela è comunista?”, le nonnette cadevano dalle pantofole di feltro, lo spavento le faceva barcollare. Io telefonavo a mio padre uno sguardo supplichevole.

“Sì, è comunista e lei non chiama gli amici amici ma compagni“. Le nonnette che erano tutte abbonate a Famiglia Cristiana, che andavano a Luordes ogni cinque anni, che pulivano la cappella per il mese di maggio, erano inorridite. Non sapevano neanche cosa fosse il comunismo, ma suonava così turpe, ma così turpe, ma così turpe …

Non tolleravo che le nonnette non mi amassero (chissà perché) e quindi incominciavo la mia predicazione, tipo Gesù piccolino ai sacerdoti: “Non possiamo fregarcene dei poveri! Non possiamo goderci i soldi sapendo che c’è chi non ha da mangiare. Dobbiamo dare il potere al popolo e toglierlo ai potenti, capite? Se non siamo noi a dare voce a chi non ha voce, chi lo farà? Lo sapete che ai tempi di Marx facevano lavorare i bambini per il dio capitale?”

Tutti ridevano. Avrò avuto 13 anni. Li odiavo. Dopo avermi fatto surriscaldare, le guance in fiamme, mio padre cercava in me il tasto off (per paura che io convincessi la nonnetta che poi ci diventava bolscevica).

Poi piano piano ho scoperto quanto è bello essere diversi: ricchi, poveri, alti, bassi, estroversi, introversi, ognuno aveva qualcosa di bello dentro. Scoprivo quanto a certa gente piacesse fare i soldi e ne aveva anche le capacità. Quanta altra gente non voleva pensare ai soldi, ma solo pensare ad amare la natura, la cultura, lo sport, gli altri esseri umani.

Sono arrivata a questa conclusione: mi piace il mercato libero, punto. Bisogna dare tutto il sostegno necessario a queste quattro categorie: gli anziani, i bambini, i disabili e gli ammalati, poi limitare i stra-ricchi, che stanno in alto e aiutare i stra-poveri, che stanno in basso, infine investire tanto tanto tanto nella scuola, il nostro futuro. Per il resto vinca il migliore. Questa è la mia idea di governo di un paese.

Non mi interessa se ci sono persone più ricche di me. Anzi adoro vedere le capacità e la competenza nei miei simili.

La teoria sovraesposta viene rappresentata da quello che chiamano “centro-destra”. Orquinci, in Italia, ci sono due destre: una di pancia, che cavalca il populismo, fatto di frasi fatte, irrazionale, che si rivolge a un elettorato non fornito di cultura, aggressivo, malcontento e guerrafondaio e l’altra destra è più razionale, ha un programma di cui si può parlare, se ne può ancora riparlare, ancora, ancora, per mille volte di qualsiasi cosa se ne può parlare. Finché non si trova una soluzione. Ci sono i massimi esperti in tutti i settori. E’ frequentata da persone che hanno dimostrato capacità e competenze nei loro settori. Una destra evoluta. Un liberismo che rivela le competenze e le capacità di chi le ha. I posti a livelli apicali vanno solo a chi se li merita. E’ crudele? Tutt’altro. Quanto è bello delegare qualcuno che sai che farà meglio di te?  Quanto è bello avere dei tecnici * che fanno il meglio per tutti? Quanto è bello non avere responsabilità? Quanto è bello sapere che sono libero di fare qualsiasi cosa legale in un mondo libero?

E i poveri? Se nel liberismo si risolvono tutti i problemi,  si risolverà anche questo problema. Vuoi vedere che troviamo una soluzione anche per loro? Vuoi vedere che i poveri non diventeranno ricchi, ma perlomeno saranno meno poveri? A una condizione, direbbe un liberista, a una condizione: caro povero, non sarai più povero se tu ti darai da fare, scoprirai il tuo talento, la tua propensione a, devi imparare a conoscerti e vedere cosa puoi fare di bello in questo mondo ancora libero tra i liberi.

 

* Sposo l’idea di Galimberti: “Se ti chiedessero: sei a favore delle Centrali Nucleari? Nessuno potrebbe rispondere a questa domanda. Solo un ingegnere nucleare può farlo. Quindi non facciamo fare queste scelte ai Referendum, in cui la gente è rissosa, ignorante e si accapiglia senza sapere nulla di nucleare, ma agli scienziati. I politici dovrebbero essere solo scienziati”.

6 Comments

  1. Francesco (Federico)
    Mag 9, 2018

    Il mio primo voto a 21 anni è stato per il pci, poi piano piano capii che erano solo sogni giovanili e tali restarono, a 25 feci la morosa e a 27 andai a nozze, venne il sessant’otto e oltre alla rivoluzione giovanile mi portò una figlia, troppo amata per imbrigliarmi in quella rivoluzione, troppo vecchio per farla e troppo giovane per non ricordarla. Pero partecipai dal di fuori, fui uno dei primi ad abbandonare giacca e cravatta per andare al lavoro. agente di commercio, i clienti all’antica mi guardavano storto, i più giovani mi seguivano, fu lo stesso una vittoria per tutti. Ora sono qui solo a ricordare, con te giovane vecchia amica di Splinder.

  2. Roberto
    Mag 16, 2018

    Conosco la Dottoressa da anni. È una Donna di grande carisma e di impareggiabile cultura. Sono certo che darà un contributo prezioso al comune di Desenzano. E poi basta con lo stereotipo che la cultura è sinonimo di sinistra e radical chic: Samuela Salvotti rappresenta l’esempio tangibile di un centrodestra colto, evoluto e raffinato.

  3. Ivano
    Mag 19, 2018

    Superlativa!

  4. Andrey GolubMow
    Giu 13, 2018

    ___123___Le mie scelte politiche | POESIA e RISATE, il resto e NOIA.___123___

  5. Pero partecipai dal di fuori, fui uno dei primi ad abbandonare giacca e cravatta per andare al lavoro. agente di commercio, i clienti all’antica mi guardavano storto, i più giovani mi seguivano, fu lo stesso una vittoria per tutti. Ora sono qui solo a ricordare, con te giovane vecchia amica di Splinder. http://123dressupgames.net/couple-dress-up-games.html

  6. Tony
    Gen 8, 2019

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    Tony

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