Datemi la Vostra Rabbia

DALLA SERIE NOSTALGIA DI ETERNO,
trasmettiamo
“ti ho aspettato per novemilaottocentocinquantacinque giorni salvo due”
… perchè non si avrà tempo poi per dire ho amato,
perchè tu mi riconosca,
perchè incominci finalmente il graduale sgretolarsi dell’inferno dell’essere vivente-inesistente e mai più avrete modo di fare ancora questo che fate ora.
A chi trascorre la sua vita ben regolata, senza sbavature, quelli che si scavano dei profondi solchi di abitudini rabbiose che li portano dolcemente verso la spiaggia infinita, vorrei fare loro un discorso sentito, vero, umano, fare in modo che capiti a loro un inghippo, senza che nessuno gridi scansati.
Ma se voglio davvero rovinare l’andropausa esistenziale degli uomini introversi, posso fare una sola cosa: ascoltare.
Sì, ma con intensità.
Assorbo ogni parola, ogni respiro e sospiro, sembra che mai più succederà una cosa del genere: che parli un uomo, che non sia io che parlo a te.
Neanche sua madre, che si annoiava ogni volta che apriva bocca, è mai stata attenta come me.
Ad un certo punto, gli ingranaggi del devoto alle abitudini nervose, non girano più nello stesso senso.
Voglio ascoltarti bene, perchè in questa vita possiamo solo RACCONTARCI.
Sono brava ad ascoltare, vero? Ascolto esattamente quanto mi racconto: molto. E non esagero neanche! E’ il mio lavoro.
Quando devo spiegare ad un bambino o ad una nonna cosa faccio, racconto questa vecchia storiella: c’è un mendicante con il suo bel cartello: “Sono cieco, fatemi la carità!”
Passa un pubblicitario gli scrive un’altra frase.
Il mendicante sente arrivare una pioggia di monete.
Cosa gli ha scritto? “E’ una bella giornata e io non posso vederla!”
Ecco il mio lavoro: emoziono.
E’ un gioco-droga
Può servire.
Se non mi ascolti, ti arrabbi dopo una mia risata.
Quando uno si arrabbia con me mi meraviglio sempre. Capisco che non mi vuole ascoltare. Oooh, mon dieu! ho fatto arrabbiare qualcuno! Qualcuno si sente coinvolto, preso in giro, chiamato per nome, Mario Rossi a rapporto!, si sente tirato fuori dalla massa degli anonimi e messo alla berlina!
Oh, mio dio, no!
Il mio pensiero è semplice e lineare come una fucilata: ognuno è perfetto per quello che è! Ma, per favore, dimmi come sei, ti amerò più parli di te!
Non voglio cambiare nessuno
Voler cambiare tutti è un’abitudine.
Ingenui e geni sono da ascoltare, come l”idiota’ di Dostoievski.
Agli arrabbiati con me, dico solo questo: non sono un cattivo esempio, e la prova è che sono una persona felice.
RACCONTARSI
( è solo questo che possiamo fare)
Consiglio di leggere: “Perchè ho paura di dirti chi sono” John Powell
Narrarci, c’est tout!
Io la vedo quella ferita, fratello, ce l’hai perchè non sai, non mi ascolti, se sapessi, piangeresti di gioia.
Questa mia finta sicurezza, ti uccide, perchè?
Un terrore smisurato. Non solo, oltre al mio terrore hai il tuo terrore, sfinito e sfinente, che anche quando non ce l’hai, hai il terrore che venga il terrore.
E’ il tuo IO che si sfalda e si sgretola come sabbia.
Non si muore per amore, ma solo per queste tre ragioni: paura, indifferenza e vergogna, tre boia lenti, ci mettono 42-43 anni e mezzo ad uccidere.
Dovremmo chiedere all’altro continuamente, ininterrottamente chi è, finchè non l’amiamo.
Ma fare anche l’inverso.
Anche se è umiliante, bisognerebbe sempre avvicinarsi e dire “mi piaci”, così semplicemente, a chi ci piace. E poi aspettare che succeda qualcosa.
Si devia il destino.
Può succedere che ti arrivi uno schiaffo, ma forse ti senti come dopo un tiro di coca.
Non c’è scampo, dobbiamo invitare a cena il mostro, e buttarCIsi addosso, nessuno può salvarci, solo noi noi stessi.
Presidente, lo so, è assurdo essere manichei e dividere gli agnelli dai lupi.
Alcuni lupi m’hanno consolato e alcuni agnelli m’hanno sbranata.
In fondo, pare che anche Hitler curasse con tanto amore le rose.
Comunque, mi creda presidente, sono abbastanza sveglia da scansare gli inganni più prevedibili e da salvarmi da quelli improvvisi, ma, se fossi più santa di quello che sono, non dovrei scegliere di dare o no la mia fiducia.
La santità è sperare sempre nella gente. Fino all’ultimo.
Sa, conosco le persone, sono sempre state il pane che hanno alimentato la mia intelligenza. Mi chieda, Presidente, cos’hanno in comune tutti?
Solo malinconia, astuzia breve, solitudine, crudeltà e insicurezza. Sì, non sono aggettivi messi a caso. Soprattutto una feroce insicurezza.
Ecco io sono un raro animale che non è mai insicuro: mi è indifferente sbagliare.
Sa cosa mi fa stancamente sorridere? Che molti come i Rolling Stone dicono: “It could be the last time!”: sta attento, perchè, se rifiuti l’offerta, non ce ne saranno più.
La vendetta della vita passata, delle porcherie che ci hanno combinato, di quelle che siamo costretti a commettere e anche il vendicarsi in anticipo dello squallido futuro, fa infuriare contro chi vive il presente
Puoi entrare tra le pale del mio sguardo da frullatore gigante: ti ascolterò.
L’esperto della rettitudine sa che finché il nemico non si ammoscia, finché non barcolla, finché non ha una sbronza di insulti, finché non gli ha messo il mondo contro, in cui tutto ondeggia e gli oggetti diventano dilatati, finché, soprattutto, non crolla perchè quello ha deciso alla fine di non interessarsi più a te, ecco fino ad allora il Giusto proverà a distruggere il Diverso .
Tutti i 24 giugno, veniva da me uno che ha l’aria di un leone assopito, la stessa terribile indifferenza alla mia diversità. Uno, arruffato e tutto nero.
Neri gli occhi verdi, neri i capelli, nera la pelle, come un ebreo.
Abbiamo fatto le scuole assieme, siamo stati sempre assieme, fino a quando non sono diventata, io una borghese, lui appunto, uno senza rabbia.
Di solito, Presidente, gli angeli vengono raffigurati biondi, bianchi ed eterei, soprattutto puliti, fa più virginale, più celeste.
Ma forse ci sbagliamo. Scommetto che Gesù era bruno. E’ stato San Silvino a scolorirlo, a travestirlo da filosofo scandinavo: con la barba e i capelli d’oro! Io l’avrei preferito color prugna, Presidente! Sogno una grande superba rivelazione dal Vittorio (il Messori, il pieroangela dei cattolici) che ce lo mostri negro, ben lustro, più crespo dell’astrakan.
Ecco, vederlo è già un piccolo trauma. Fa un po’ spavento.
Ma Mario respira, mi ricordo, ogni 10 secondi. C’è da fidarsi.
Eccomi nell’arena, à la guerre!
un tempo il mio motto era :no personal matters!(= niente di personale) e mi è servito per fare soldi. ora però vivo solo di rapporti personali.
tutto mi interessa.
uno dei tanti:
“tu sei estroversa, innocente e impudica”
non i più negativi
( qualcuno ha detto che mi agito per tenere alto il mio indice di gradimento)
“la regina sta assisa sul trono e ha le gambe spezzate e non può scendere a vedere i mortali”
… e non mi lasciano indifferente.
forse perchè per me scrivere è già un rapporto amoroso.
in questa vita posso fare solo una cosa per gli altri: aprire le mie praterie.
chi mi attacca sta diventando un ‘sorvegliato speciale’, avete presente quando si guarda il latte sul fuoco? ecco.
Nel palazzo di mille e un noia, metto la faccia dei giorni importanti, la faccia gradita ai misantropi e ai misogini: fronte pensierosa a doppia ruga (c’è un rugolo in sala?), bocca ermetica, occhio freddo, gesto misurato portamento rigido, un piccolo napoleone e ringhio una domanda piccolllllisssima:
perchè no?
è davvero una domanda struggente, biblica, omerica: perchè no?
eccomi qui alla testa di una squadretta interessante, bisognerà aspettare 12.233 anni, secondo i calcoli delle probabilità, perché risucceda che rinasca una che non fa giri di parole e ebbra di riconoscenza da tanto ardore, deposito una domanda che è poi una domanda:
perchè no?
il mio lavoro è fare domande
Signore, dunque, le farò una sola domanda. Non due, una sola. E non la farò due volte. Articoli bene ogni sillaba per la risposta, grazie.
perchè no?
nessuno dice la verità, tutt’al più confessa la propria,
io sono qui ad ascoltare la tua.
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