Lettera aperta ad uno stalker
Lettera aperta ad un simpatico stalker Non capisce. Il suo intelletto starebbe in mano a un neonato. Io sto aspettando come il buon dio che smetta di scrivere. Invece sembra che più passi il tempo e più sia imbenzinato. Avrei voglia di far drin drin o tin tin al campanello di casa di questo Suonato. Sentirei il solito Chi è? Dico: La questua della parrocchia per gli orfanelli. Sempre al citofono, lui: In che cosa posso servirla? Io: Vorrei una semplice informazione. Perché rompe i coglioni scrivendomi chilometri di poesie d’amore? Be’, be’… Ora ci mettiamo a belare, vecchio mio? Roteerà gli occhi come palle da bigliardo. Quando aprirà farei una entrée in scena. Lo farei sedere sul divano, riaccorgendomi quanto sia di aspetto triste: camicia...
Raccontino tragico (senza il comico)
L o stalker ANTEFATTO Sono una scrittrice, conosco il valore delle parole. Per questo la ringrazio Signora Leosini per questa intervista. So raccontare, so scrutare e so trasmettere quello che ho capito. Non saranno delusi i suoi ascoltatori più raffinati. Ho le parole adatte per ogni ragionamento e per ogni racconto, non solo, so anche quale linguaggio usare con chiunque. Fin da piccola scrivevo lettere a tutti e tutti avevano sempre qualcosa d’urgente da dirmi poi dopo. L’unica differenza questa volta rispetto alle altre è l’assoluta sincerità, assoluta: sarò sincera, non sarò la romanziera, la raccontatrice di storie, la creatrice di balle, quella dalle invenzioni forse più realistiche della realtà ma pur sempre invenzioni. Si ricordi, Signora,...
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