GOODBYE MOM
CANDLE IN THE WIND ANTO FUNEBRE in commemorazione di mia madre (SENZA LA SOLITA RETORICA) Mia mamma è campata tanto (vedi post “Come si fa a morire”). Poi mi sono distratta un attimo e pam! è partita. Era stanchina di vivere ma io ingannavo il tempo più facilmente di quando s’inganna un marito. Avevo appena pensato: presto dovrò dare le dimissioni come figlia. Quando è successo, senza l’abbassalingua, dalla meraviglia mi si vedevano gli slip dalla bocca. Ho riguardato: non è che hanno esagerato con il narcotico? Le avevo appena detto: “Grazie di tutto”. Mi ha risposto con un piccolo gesto di consenso. Poi, bocca aperta, occhi aperti, si è bloccata. Quella gentildonna se n’era andata. Direzione: la sua ultima magione nel...
Come si fa a (non) morire.
Sto studiando come si diventa vecchi. Ho un parco di studio che è l’ospizio, posto dove si dà per sempre ospitalità. Nell’entrare sembra un dormitorio di catalettici. Poi, guardando bene, vedi che, minuscola, piccola piccola, esile come un filo da pesca, c’è ancora la vita. Il cuore batticchia ancora, ma non è giusto come il nostro. Molti non vincerebbero la maratona di N.Y. Di alcuni diresti che non arrivano alla fine del mese, di altri, litigiosi come dannati da sembrare eterni, si schiantano durante il sonno come quando il macellaio con un colpo di pesta-carne d’acciaio appiattisce una scaloppa. Ma come, non era quella che gridava sempre? Ora è lì schiacciata in un letto. Quasi tutte donne. Quasi tutte emiplegiche, da sedute...
Cosa ho visto nelle donne di oggi.
Guardo la gente con una curiosità morbosa. Le mie figlie sono incaricate a ricordarmi di non fissare le persone che passano, di distogliere lo sguardo. In un centro commerciale potrei sapervi dire se quello che vedo sono famiglie felici oppure no, potrei dirvi se quel bambino è spaventato dalla vita, potrei dirvi chi comanda in casa, saprei raccontarvi del problema grande dell’adolescente, della mamma urlante e innocua, del padre fantasma, della nonna ricattatrice… Non solo, potrei ricostruire tutta la loro giornata, so cosa hanno fatto, cosa pensano e cosa vogliono. So tutto delle persone che frequento e quello che non so lo integro con la mia conoscenza del genere umano. La mia conoscenza del genere umano è stata formata da tre fonti: 1. una, la...
Le mie scelte politiche
Da giovane ero comunista. Compravo libri di Mao o di Marx. Mio padre me li strappava e mi diceva: “E’ giusto essere comunisti da giovani, poi, se sei sveglia, ti passerà”, infatti mi è passata. Ma allora ero comunista e pensavo che Gide avesse ragione quando scrisse: “Famiglie, vi odio!”. Perché mio padre mi obbligava ad andare con lui dai parenti. Andavamo dalle zie sgranatrici di rosari, dalla prozia incartapecorita, due metri di giraffa, dalla nonnetta brontolona, dalla sorella della zia della nipote del marito della nonna. Parlavano dei reumatismi, del prete giovane e delle opere pie, oltre che dei morti. Io stavo in un angolo, misantropia a mille, incagnata. Ad un certo punto quando la prozia giovane di settanta almanacchi...
La solitudine dei numeri primi.
E’ paradossale, lo so: coloro che si sentono soli molto spesso hanno tanti amici*. Non solo, se in piena crisi deppressoria perché ci si sente soli, ci si azzarda a vedere qualche amico, il malessere diventa disumano. Ci si arrabbia con se stessi perché si è ceduto a incontrare gente. Tutto si gioca sul fattore intelligenza e stupidità. Le persone intelligenti si sentono sole. Si sentono sole perché lo sono. Lo sono perché preferiscono stare da sole che uscire con uno stupido. Ma gli stupidi sono la maggioranza. Analizziamo gli stupidi che sono la maggioranza. Sembrano normali. Fanno tutte le cose che fanno gli altri. Anzi in certe situazioni particolarmente felici sembrano dotati di una qualche qualità. In realtà sono micidiali: non...
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